Cascina Bert
“A circa metà strada tra Superga e Moncalieri, uno sperone si stacca dalla dorsale che divide la Valsalice dalla val San Vito e s’alza superbo protendendosi verso Torino; sul suo culmine sorgeva una torre distrutta dai tedeschi durante l’ultima guerra e chiamata, in tempi più recenti, col nome della vigna confinante col Bossola: Torre Bert …”
Elisa Gribaudi Rossi, Vigne e ville della collina torinese
Torre Bert era conosciuta un tempo dagli abitanti della zona come “Torre del Sijan”, infatti dal censimento del 1706 risultavano proprietari i conti Pastoris di Cigliano, ai quali succedette poi la famiglia Bert che visse in questo luogo fino al 1869. Dalle mappe storiche si evidenzia la presenza di due distinti edifici appartenenti alla medesima tenuta: “Il Sijan superiore” ai piedi della torre ed “Il Sijan inferiore” con ingresso da strada San Vito Revigliasco. Sul catasto napoleonico sono entrambi nominati Ferme Bert, mentre sulla Carta della Caccia è riportato il nome Obert. Accanto al rustico esistente, trovavano posto su questo tratto pianeggiante la palazzina signorile ed una cappella, poi demolite nei primi anni del novecento, quando l’area divenne di proprietà del Comune di Torino. Una curiosità: lo stemma araldico della famiglia Bert raffigurava una gazza, che in dialetto piemontese è detta berta.
Cima Bossola, anche detta Belvedere del Bossola, sorge su uno sperone di collina Torinese compreso tra la Strada Antica di Revigliasco e la Strada Vicinale dei Boschi, poco prima del Quadrivio Raby. Con i suoi 507 metri s.l.m. costituisce un poggio panoramico a ridosso della città che permette una suggestiva visione di un ampio tratto della pianura e dell’arco alpino. Guardando verso occidente, in una giornata serena, si delinea nettamente nel panorama la sagoma triangolare del Monviso, volgendo, invece, lo sguardo a levante sulla cerchia alpina si arriva a vedere il Gran Paradiso. Nella stessa direzione, ma rimanendo sulla collina, si scorge la chiesa di Santa Margherita con alle spalle la Val San Martino, mentre sullo sfondo svetta il colle di Superga (670 metri s.l.m.) con la sua preziosa Basilica. Nella primavera del 1805, durante il viaggio verso Milano dove venne incoronato Re d’Italia, Napoleone Bonaparte fece tappa a Torino. Narrano le cronache dell’epoca che l’Imperatore francese salì fino al Belvedere del Bossola per osservare con attenzione e meraviglia il territorio circostante. Secondo la tradizione fu da questa località che decise i miglioramenti urbanistici da apportare alla città che furono poi attuati negli anni successivi, durante la dominazione francese, conclusasi nel 1814. Gli interventi principali consistettero nella demolizione delle fortificazioni per ingrandire la città e nella costruzione del ponte in pietra che unisce l’attuale Piazza Vittorio Veneto con la Gran Madre di Dio.
Dal 1957 al 1967 un bunker costruito dai tedeschi durante la guerra presso Cima Bossola divenne sede del Centro Radio Ascolto Spaziale fondato dai fratelli torinesi Achille e Giovanni Battista Judica Cordiglia. Dopo aver condotto le prime esperienze dalla loro casa di via Accademia Albertina, individuarono in questo sito collinare la posizione ideale per installare le loro apparecchiature, che erano in grado di ricevere i segnali emessi dai primi satelliti e dalle prime astronavi lanciati in orbita dai russi e dagli americani. Il nome di Torre Bert raggiunse una popolarità internazionale, campeggiando spesso nei titoli di testa dei quotidiani e dei telegiornali. Il protrarsi della “guerra fredda” indusse i fratelli Judica ad interrompere le attività di ascolto radio. Le loro vicende di quel periodo, così ricche di aneddoti e di segreti carpiti, sono state narrate nel film documentario “I pirati dello spazio” a loro dedicato. Sulla cima del Belvedere del Bossola sorgeva l’antica Torre Bert, una postazione di avvistamento strategica per il controllo del territorio urbano sottostante. Questo luogo, come diversi altri lungo questo versante di collina fino al Colle della Maddalena, fu occupato dalle truppe tedesche nel corso della Seconda Guerra Mondiale, che vi installarono i loro bunker e le postazioni mobili della contraerea. Alla fine del conflitto, nel corso della ritirata, la torre fu distrutta dai soldati tedeschi. Il sito è ora occupato da un insieme disordinato di antenne e ripetitori.
Nel 2007 la Divisione Ambiente e Verde della Città di Torino, proprietaria dell’edificio, lo ha concesso in comodato all’Associazione Pro Natura Torino allo scopo di trasformarlo in centro didattico per attività da svolgersi con le scuole ed in punto informazioni sulla collina torinese.