Camminare in montagna a Torino
L’escursionista che si avventura per la prima volta in uno degli itinerari recuperati alla percorribilità pedonale nei tanti valloncelli che caratterizzano la collina torinese viene assalito da un senso di stupore e sorpresa: pur essendo in prossimità di una vasta e popolosa area metropolitana si trova immerso in zone dove la natura domina incontrastata. In qualche caso scorge in lontananza l’agglomerato urbano di Torino o la sagoma della Basilica di Superga, ma in molti altri casi ha attorno a sé solo fitti boschi, nei quali il canto degli uccelli e il mormorio delle acque di un piccolo rio sono l’unico suono che si sovrappone al passo del viandante. La fuga rapida di uno scoiattolo che s’arrampica agilissimo su un albero all’approssimarsi dell’escursionista non è un fatto raro, mentre specie in primavera ricche fioriture colorano il sottobosco e le piccole radure verdi.
L’appellativo che in tempi andati definì la collina come “montagna di Torino” è ancora oggi rispondente alla realtà di gran parte di quel territorio, nonostante costruzioni a volte eccessive abbiano prodotto guasti in alcune zone, e quindi l’escursionista abituato a camminare su sentieri e mulattiere a quote più elevate ritrova qui un territorio raggiungibile con il mezzo di trasporto pubblico o a piedi, evitando lunghi e alle volte congestionati percorsi in auto per raggiungere località montane. Dall’unione di tratti di diversi sentieri è nato l’Anello Verde, per realizzare percorsi di diversa lunghezza che consentono di partire da una zona ai piedi della collina e rientrare in un’altra zona, senza salire e tornare sullo stesso sentiero, offrendo quindi la possibilità di un’escursione piacevole, la cui durata può essere modulata in funzione del tempo disponibile e dell’allenamento. Una proposta che in una giornata trascorsa svolgendo una salutare attività fisica consente di vedere e di raggiungere i luoghi più belli della collina, di attraversare vari Parchi, di ammirare Ville e Vigne storiche, di trovarsi al cospetto dell’imponente mole della Basilica di Superga e di scendere al verde Parco del Meisino con i suoi tanti motivi di interesse faunistico e botanico.