Vigne e ville della Collina torinese
L’organizzazione abitativa storica del territorio collinare è costituita dai “Tetti” e dalle “Vigne”. Si intende con questo ultimo termine una vasta proprietà, coltivata a vigneti, orti e boschi, con edifici padronali e rustici, appartenenti a famiglie di nobili o di ricchi commercianti cittadini. Le prime residenze collinari risalgono al XVI secolo, ma è nel corso del 1700 che si consolida la moda della villeggiatura in vigna, ed i soggiorni avvengono perlopiù nei mesi compresi tra Pasqua ed i Santi. Alla fine del 1700 le vigne collinari sono 483. Muta il paesaggio collinare: allo sfondo naturale di boschi intatti, con poche costruzioni, si sovrappongono terreni coltivati ed edifici immersi nel verde. Il mantenimento di una Vigna era molto oneroso, i terreni coltivabili spesso in forte pendenza e di scarsa fertilità rispetto alla pianura. Questo spiega l’avvicendarsi dei molteplici proprietari e di conseguenza i nomi che sono stati attribuiti nel corso del tempo alle ville. Con l’estinguersi dell’antica istituzione della mezzadria nel corso dell’Ottocento molti coltivi si trasformarono prima in gerbido e poi in bosco. Le ville più antiche, risalenti al Cinquecento e al Seicento, presentano alcune caratteristiche che le rendono riconoscibili come la posizione dominante e soleggiata, la forma a pianta quadrata ed i muri molto spessi con piccole aperture (di cui alcune tipiche di forma ovale). Le ville padronali sono accompagnate da incantevoli giardini ricchi di “topie” e padiglioni dove, tra prati e aiuole, svettano mastodontici esemplari di alberi esotici piantati nel corso dei secoli. I giardini sono spesso ricavati su terrazzamenti sorretti da imponenti muri di sostegno costruiti in pietre e mattoni, a volte rinforzati con archi, ben visibili dal fondo valle e dalle strade di accesso.