Tratto n. 1 (3 di 3): dal quadrivio Raby al Faro della Vittoria
Attraversiamo il quadrivio e una staccionata di legno costeggia l’ingresso del terzo parco di questa passeggiata: il Parco della Maddalena. Il luogo prende il nome dal letterato Paolo Luigi Raby, direttore della Gazzetta Piemontese nella prima metà dell’Ottocento, che abitò l’omonima villa poi scomparsa. Alle pendici del grande parco possiamo abbeverarci al toretto o sostare nell’area attrezzata con tavoli e panchine per poi proseguire lungo il sentiero seguendo le frequenti indicazioni che incontriamo ad ogni bivio. Questo tratto è molto suggestivo: il tracciato è ampio e si cominciano a vedere gli alberi d’ogni specie presenti in questo parco che, con quasi 900.000 mq, è tra i più estesi della città di Torino ed ospita l’Arboretum Taurinensis. Quando durante il fascismo si impose la volontà a livello nazionale di istituire in ogni città un parco per commemorare i caduti durante la Prima Guerra Mondiale, la scelta del Comune di Torino cadde sui propri possedimenti, poi ulteriormente ampliati, presso il Colle della Maddalena.
Il Parco della Rimembranza fu inaugurato nel 1925 e fu dotato da subito di un importante arboreto di cui si occupò il professor Aldo Pavari che impiantò circa cinquemila alberi, di quattrocento differenti specie, per commemorare con altrettante targhette identificative i 4787 soldati torinesi morti in battaglia. In prossimità di una larga radura si apre un bivio: a sinistra si prosegue nel parco per arrivare alla statua-faro, a destra ci si può concedere una deviazione per raggiungere la vicina Strada comunale da San Vito a Revigliasco e visitare la località Pian del Lot , teatro di un eccidio di partigiani durante l’ultima guerra. In virtù della sua posizione dominante sulla città questo luogo divenne uno dei capisaldi delle truppe nazifasciste nella Seconda Guerra Mondiale. Sul pianoro i militari installarono otto postazioni antiaeree tuttora esistenti e ricoperte da un fitto strato di rovi. Quando, nella primavera del 1944 un militare tedesco venne ucciso in città, per rappresaglia i nazifascisti prelevarono dalle carceri torinesi 27 partigiani che vennero fatti salire al Pian del Lot e fucilati senza istruttoria né processo.
Proseguendo verso la vetta all’interno del parco, il sentiero si sovrappone per un tratto con il Sentiero Rosso, con il Sentiero Natura e con la GTC (Grande Traversata della Collina). Costeggiamo ancora un piccolo stagno che faceva parte dell’originario impianto di raccolta delle acque per l’irrigazione, dove possiamo osservare un gran numero di organismi vegetali e animali che caratterizzano questo ecosistema. Giunti ad un piccolo spiazzo dove si trova la bacheca dell’Anello Verde con indicate le principali specie arboree del parco, oltre ad altri pannelli direzionali, possiamo salire verso la vetta sul piazzale della statua-faro o proseguire lungo il sentiero verso l’Eremo.