In epoca antica, la collina torinese era una zona disabitata e disagevole, in cui raramente la gente si avventurava. Nel Medioevo assunse un’importanza soprattutto militare e strategica, mentre a partire dal 1500, quando la città divenne la capitale dei possedimenti dei Savoia, la collina divenne luogo di villeggiatura per le classi aristocratiche. Quasi contemporaneamente iniziò anche lo sfruttamento agricolo del territorio. Da allora, e per lungo tempo, la collina è stata la “dispensa” della città, soprattutto quando la sua popolazione si fece più numerosa, a seguito dell’accresciuta importanza della città. Per consentire l’insediamento umano si costruirono nuove residenze, oppure si adattarono preesistenti edifici; ad essi venne dato il nome generico di “vigne”, benché di solito fossero costituite dall’abitazione padronale, da una stalla, da dimore più modeste destinate ai contadini e vi si coltivassero, oltre all’uva, anche cereali, frutta e ortaggi.
Le chiese e le cappelle |
Le vigne e le ville |