Tratto n. 4 (1 di 2): dalla Basilica di Superga alla Cascina Viretti
Si parte dal piazzale in cima al colle di Superga, dove, nelle giornate più serene, si può godere di un suggestivo panorama sulla città e sull’arco alpino. Alle nostre spalle la maestosa Basilica di Superga, che sorge sui resti di un antichissimo luogo sacro, domina l’orizzonte di Torino ed è ben visibile anche da molte decine di chilometri. Secondo le testimonianze storiche il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II, durante l’assedio francese alla città, fece il voto, in caso di sconfitta del nemico, di costruire una grande chiesa in onore della Madonna. Il progetto fu assegnato all’architetto Filippo Juvarra che diede inizio alla costruzione nel 1717. Servirono quasi due anni solo per spianare il colle di quaranta metri ed il trasporto dei materiali da costruzione fino alla vetta avvenne con difficoltà e lentezza. La Basilica è un capolavoro di architettura barocca, è a pianta circolare con all’ingresso un porticato di colonne corinzie; la cupola è alta circa 75 metri ed è affiancata da due campanili gemelli più bassi. La facciata venne orientata sull’asse della Strada di Francia al cui estremo opposto sorge il Castello di Rivoli. All’interno si ammira la cupola sorretta da otto colonne scanalate con capitelli corinzi alte più di venti metri realizzate in marmo grigio di Frabosa, Superata la balaustra in marmo sulla destra c’è la sagrestia in cui è conservata la statua della Madonna delle Grazie davanti alla quale si inginocchiò Vittorio Amedeo II per il suo voto. Sull’altare maggiore un bassorilievo di Bernardino Cametti da Gattinara raffigura la liberazione della città dall’assedio.
Nella cripta della Basilica, il cui ingresso è posto sul lato verso San Mauro, è sito il mausoleo con le Tombe Reali, realizzato nel 1778 dall’architetto Francesco Martinez, nipote dello Juvarra. Qui sono sepolte 66 salme di Casa Savoia, tra cui undici regine e sette re. La cripta è abbellita da pregevoli statue realizzate dai migliori scultori del periodo. Dietro la Basilica venne costruito un grande edificio che da sempre ospita un convento al cui interno si sono succeduti nel tempo diversi ordini religiosi. Una sua parte è ben attrezzata per ospitare visitatori e turisti offrendo molteplici soluzioni per il pernottamento in un luogo suggestivo ed alla portata di ogni tipo di clientela. Il Colle di Superga è legato anche ad una pagina tragica della storia dello sport italiano: il 4 maggio del 1949, a causa dell’assenza di visibiltà dovuta alla nebbia, l’aereo che trasportava la squadra del Torino, al ritorno da una partita giocata a Lisbona, si schiantò contro il muro di sostegno del giardino. Morirono in tutto 31 persone tra piloti, calciatori, accompagnatori e giornalisti. Era il “Grande Torino”, la squadra rinomata a livello internazionale perchè vincitrice di cinque scudetti consecutivi e colonna portante della Nazionale italiana. Una lapide in marmo è posta nei pressi del luogo dove avvenne l’impatto ed è raggiungibile a piedi percorrendo il sentiero che circonda l’intero complesso basilicale. Nel grande piazzale adibito a parcheggio, a lato della Basilica, è stato eretto nel 1902 un monumento ad opera dello scultore Tancredi Pozzi per ricordare l’uccisione del re Umberto I avvenuta due anni prima a Monza. E’ composto da una colonna in granito sormontata da un’aquila trafitta con ai piedi un guerriero e la Corona Ferrea in bronzo, simbolo della monarchia.
Lasciato il piazzale ripercorriamo la strada in discesa, in direzione della stazione della tranvia e del Centro Visite del Parco di Superga. Il percorso prosegue sugli scalini a monte dei binari e si ritrova su Strada Comunale alla Funicolare di Superga. Dopo un breve tratto si imbocca il primo interno che si incontra sulla destra e si scende lungo alcuni tornanti all’altezza delle ultime case. Qui si svolta a sinistra seguendo le indicazioni del sentiero 29 e siamo già nel bosco del Parco Naturale di Superga. Quando arriviamo ad uno spiazzo pianeggiante, in prossimità del pannello informativo dell’Anello Verde descrittivo della fauna del parco, il percorso si divide: a sinistra si possono raggiungere le località di Pian Gambino, Mongreno e Reaglie, mentre a destra scendiamo lungo il sentiero 29 con meta finale il Parco del Meisino. E’ una ripida discesa lungo il crinale della Valle di Costa Parigi che coincide con il sentiero del parco indicato con l’orma di colore blu. Ad un tratto il bosco si dirada per la presenza dei tralicci di una linea elettrica e si apre un notevole panorama sulla vallata e sulla confluenza della Dora Riparia e della Stura di Lanzo nel fiume Po. Si arriva poi ad incontrare sulla destra un sentiero in trincea: è il n. 60 che conduce ad un gruppo di case un tempo conosciute come cascina Catalinette (o Catrinette) che si sostiene sia stata di proprietà della famiglia Lamarmora. Altre abitazioni poste in una conca più a sinistra costituivano un tempo vigna Guala. Si narra che anche qui, come in diversi altri luoghi della collina, fossero presenti gallerie sotterranee che collegavano le diverse ville o perfino la zona del Baino alla Basilica di Superga. Un gruppo di speleologi, alcuni decenni orsono, si spinsero all’interno di pozzi e cisterne, poi chiusi per ragioni di sicurezza, constatando la presenza di alcuni tratti di galleria murati o crollati. Proseguendo lungo il sentiero principale, in discesa, si giunge in prossimità di un edificio conosciuto con il nome di vigna Viretti.